L’impatto dei cambiamenti climatici e il costante aumento delle temperature stanno modificando l’epidemiologia delle aree mediterranee introducendo nuovi rischi, in particolare quelli legati all’ecologia e all’invasione di vettori esotici (VBD). Questi rischi, come la malattia del Nilo occidentale, il virus Usutu, la Dengue (…) rappresentano le nuove emergenze sia nelle comunità umane che nelle popolazioni di bestiame. Questo difficile compito per la Sanità Pubblica Mediterranea deve affrontare oggi le continue segnalazioni di nuovi virus e malattie che circolano in aree dove non erano mai stati segnalati con il rischio di circolare e diffondersi nelle popolazioni umane e animali in nuove aree libere dove è assente qualsiasi immunità.
Paesi esotici e ora circolanti nell’Area Mediterranea L’emergere e il riemergere del rischio di malattie trasmesse da vettori (VBDs) rappresentano una sfida sanitaria globale sia per le popolazioni umane che per quelle animali, aggravata dal significativo aumento del numero di vettori e parassiti con conseguente diffusione di nuovi virus e patogeni da un Paese all’altro, condizione accelerata e facilitata dal cambiamento climatico. In coordinamento con il Segretariato WOAH-FAO in Tunisia e in linea con il progetto proposto dallo STOR, “VBD and Climate Change: A Mediterranean NETworking Model for Surveillance”, lo STOR ha organizzato un corso di formazione in entomologia. Il corso, organizzato sotto gli auspici dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia (IZSSi), aveva l’obiettivo di formare e aggiornare i partecipanti sulla diagnosi di laboratorio, sulla sorveglianza entomologica e sulle procedure di monitoraggio, prevenzione e controllo dei vettori e delle malattie trasmesse da vettori più a rischio nell’area mediterranea. Questi obiettivi sono stati raggiunti grazie al prezioso contributo dei maggiori esperti del settore. Il corso di formazione, della durata di 4 giorni, ha previsto una serie di lezioni teoriche e attività pratiche svolte presso le strutture dell’IZSSi e presso l’azienda agricola Bosco Ficuzza e Baglio Lupotto di Ficuzza.
Per questo corso, lo STOR ha invitato i Chief Veterinary Officers (CVO) dei Paesi membri di REMESA a nominare dei rappresentanti di ciascun Paese per partecipare al corso. I colleghi partecipanti, provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, sono stati sostenuti finanziariamente dallo STOR, a testimonianza di un impegno comune nella lotta a queste minacce. Il corso di formazione di quattro giorni è stato frequentato da 23 partecipanti, in rappresentanza di 8 Stati membri REMESA: Libano, Malta (3 partecipanti), Mauritania, Marocco, Portogallo ed Egitto (partecipanti a distanza), insieme a esperti, personale dell’OUAH, personale dell’IZSSi e personale dello STOR.
L’obiettivo generale dell’evento era quello di impartire conoscenze teoriche e competenze pratiche sulle tecniche di sorveglianza, diagnosi e controllo delle VBD. Durante il corso, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di condividere le proprie esperienze, aggiornarsi sulle strategie di prevenzione e controllo e identificare potenziali azioni per migliorare queste competenze.
APERTURA UFFICIALE
Osservazioni di apertura:
La cerimonia di inaugurazione ha accolto i partecipanti con stimati relatori:
Dr. Salvatore Seminara, Direttore amministrativo dello STOR;
Dr. Fabrizio Vitale, Direttore del Centro di Riferimento WOAH per la Leishmaniosi;
Dr. Guido Ruggero Loria, Direttore scientifico dello STOR.
PRIMA SESSIONE – 10.06.24
Presentazioni di punta
La prima giornata è iniziata con cinque presentazioni da parte dei partecipanti dei Paesi membri REMESA sulla situazione epidemiologica delle VBD nei loro Paesi:
Libano – Dr. Mayssaa Dabaja
Malta – Dr. Sara Barberio
Mauritania – Dr. Ba Aliou
Marocco – Dr. Soumia EL HAJJI
Portogallo – Dr. Miguel Lourenço Cristóvão Pimpão
CONSIDERAZIONI E OPPORTUNITÀ DI MIGLIORAMENTO
Da tutte le presentazioni sono emersi aspetti specifici su cui lavorare a medio e lungo termine:
Implementare sistemi di sorveglianza integrati e campagne di educazione pubblica per le VBD sia nel settore veterinario che in quello pubblico;
Aumentare le conoscenze sull’identificazione, la cattura e il riconoscimento dei vettori attraverso l’uso di strumenti diagnostici innovativi;
migliorare la collaborazione tra il settore veterinario e quello pubblico per stabilire piani di sorveglianza adeguati per le VBD;
Stabilire partnership tra i diversi Paesi e i loro laboratori per migliorare e rafforzare la sorveglianza entomologica;
La necessità di educare e sensibilizzare non solo il personale qualificato, ma anche le parti interessate, gli agricoltori, i residenti e le diverse autorità governative disciplinari sulle VBD.
Dopo la pausa caffè, il primo oratore è stato il dottor Fabrizio Vitale, che ha tenuto una presentazione sullo “Stato dell’arte della leishmaniosi animale: Sorveglianza, monitoraggio e controllo”. Ha iniziato la sua presentazione con un’introduzione sul ruolo degli istituti e dei laboratori di riferimento nazionali e della WOAH, seguita da una panoramica della malattia. Ha spiegato le differenze nella sintomatologia tra i vari ospiti e serbatoi, il “meccanismo di attacco” della Leishmania durante l’infezione e la risposta immunitaria dell’ospite. Ha inoltre descritto il funzionamento della “rete di sorveglianza”, che consiste in tre fasi interconnesse: valutare la salute di una popolazione, determinare le cause di eventuali problemi di salute, attuare e valutare le soluzioni. Ha concluso il PPT sottolineando l’importanza del concetto di “One Health”, affermando che il controllo e la limitazione di questa malattia sono impossibili senza la collaborazione tra sanità pubblica e servizi veterinari.
La seconda conferenza è stata presentata dal dottor Germano Castelli, dal titolo “Diagnosi della leishmaniosi”. Il suo intervento ha riguardato la differenziazione tra test diagnostici specifici e non specifici. Il primo gruppo di test “Diagnostica specifica” comprende tecniche indirette come l’immunofluorescenza (IFAT), l’ELISA, il test di agglutinazione diretta (DAT) e i test immunocromatografici rapidi; e tecniche dirette (che identificano l’agente biologico) che includono la colorazione May-Grünwald Giemsa, l’isolamento culturale e i test molecolari. Le seconde includono esami ematologici e profili biochimici con elettroforesi. Ognuno di questi metodi diagnostici è stato spiegato nei dettagli ed è stato presentato il protocollo di laboratorio utilizzato per identificare la malattia negli animali.
Le due presentazioni successive sono state condotte via Zoom dalla dott.ssa Lilia Zribi e dal dott. Karim Aoun dalla Tunisia. La dott.ssa Zribi ha parlato di “Progressi nella diagnosi della leishmaniosi animale”, evidenziando tre studi del suo laboratorio volti a migliorare la diagnosi e la gestione dei cani malati. Gli studi sono stati:
Caratteristiche cliniche della Leishmaniosi canina in Tunisia: 2019-2023 in due governatorati.
Contributo della PCR real-time sul sangue per la diagnosi di Leishmaniosi canina: campioni di sangue ricevuti dal Dipartimento di Parassitologia dell’Institut Pasteur di Tunisi per la diagnosi di CanL 2019-2023.
Valutazione della risposta immunitaria cellulare mediante il test di rilascio dell’interferone gamma (IGRA).
Il dottor Karim Aoun, specialista in medicina umana, durante la sua presentazione intitolata “Esperienza clinica nella leishmaniosi umana”, ha distinto tra forme viscerali e cutanee. Ha descritto i sintomi, ha mostrato una serie di reperti fotografici, ha riportato l’incidenza annuale in Tunisia di entrambe le forme e ha discusso i metodi di conferma diagnostica.
L’ultima presentazione della giornata è stata quella della dott.ssa Eugenia Oliveri, intitolata “Ruolo della sorveglianza entomologica nel controllo della leishmaniosi”. La dottoressa ha spiegato perché la sorveglianza entomologica è fondamentale per queste malattie e ha descritto le modalità di raccolta dei campioni, i diversi tipi di trappole e il loro corretto utilizzo. La giornata si è conclusa con una visita alle strutture dell’IZSSi e ai vari laboratori per scoprire le strutture e gli strumenti di capacity building disponibili.
SECONDA SESSIONE – 11.06.24
Il secondo giorno è iniziato con una presentazione del dott. Fabrizio Vitale dal titolo “Using Big Data as a Tool for Entomological Surveillance”. Il relatore si è concentrato sull’importanza di stabilire strategie per prevedere le future epidemie di malattie infettive e parassitarie che si trasmettono dagli animali all’uomo. Questa previsione tiene conto della significativa correlazione tra gli agenti patogeni, i loro ospiti, i fattori ambientali (come il cambiamento climatico) e i fattori socio-economici. Date le numerose variabili che contribuiscono alla diffusione delle malattie, in particolare delle malattie trasmesse da vettori (VBD), condurre un’analisi predittiva sulla sinergia di questi diversi sistemi è fondamentale per ridurre al minimo i rischi.
La seconda presentazione è stata tenuta dalla dott.ssa Sara Villari ed è stata divisa in due parti. La prima parte, intitolata “Arbovirus Control Plan: An Update on Animal and Human Data in Italy”, ha illustrato il Piano Nazionale di Prevenzione e Sorveglianza (PNA 2020-2025) contro gli arbovirus (West Nile virus, Usutu, Chikungunya, Dengue, Zika), con una breve panoramica dell’epidemiologia e del numero di casi nei Paesi partecipanti negli ultimi cinque anni. La seconda parte si è concentrata su altre malattie trasmesse da vettori causate da Culicoides, come la Blue Tongue e la Malattia Emorragica Epizootica. Il dott. Villari ha discusso i regolamenti europei in materia (Reg. UE 2018/1882) e il piano nazionale di controllo e sorveglianza. La presentazione si è conclusa con una breve panoramica del numero di casi di queste malattie in Italia negli ultimi cinque anni.
La terza presentazione è stata quella del dottor Francesco La Russa, intitolata “Ruolo della sorveglianza entomologica nel controllo degli Arbovirus”. Ha spiegato in dettaglio l’importanza della raccolta di campioni entomologici e come impostare la sorveglianza entomologica, che comprende la comprensione delle caratteristiche delle specie bersaglio, l’identificazione di siti di indagine adatti (tenendo conto delle condizioni ambientali) e la definizione della frequenza di raccolta dei campioni. Il dott. La Russa ha inoltre sottolineato l’importanza dell’utilizzo del GIS (Geographic Information System) per integrare diversi tipi di dati al fine di ottenere una reale distribuzione del vettore e creare una mappa di analisi del rischio. Ha concluso descrivendo i vari tipi di trappole (trappola sentinella BG, trappola luminosa CDC, trappola gravidica, trappola per uova, cattura di larve) e come posizionarle correttamente e selezionare quella appropriata per ottenere il numero di campioni desiderato.
La quarta presentazione è stata tenuta dalla dott.ssa Maria Liliana Di Pasquale, dal titolo “Identificazione morfologica degli artropodi di interesse veterinario”. La dottoressa ha illustrato le caratteristiche generali e specifiche per l’identificazione morfologica e la differenziazione di varie specie entomologiche dai campioni catturati. Il processo di identificazione è stato dettagliato non solo per lo stadio adulto, ma anche per le pupe, le larve e le uova.
La quinta presentazione, intitolata “Tecniche diagnostiche molecolari per l’identificazione degli artropodi”, è stata tenuta dal dottor Stefano Reale. Egli ha spiegato meticolosamente come funzionano l’identificazione e il sequenziamento molecolare, concentrandosi sulla ricerca del genoma mitocondriale. Il dott. Reale ha anche introdotto l’uso e la funzione di GenBank e le applicazioni del sequenziamento di nuova generazione. Dopo il pranzo, i partecipanti si sono impegnati in attività di laboratorio, suddivise in due sessioni. La prima sessione si è svolta nel laboratorio di virologia sotto la guida della dott.ssa Francesca Gucciardi, che ha mostrato le attività di laboratorio, concentrandosi sull’identificazione di arbovirus da campioni entomologici utilizzando metodi diagnostici avanzati. Nella seconda parte del pomeriggio, i partecipanti hanno visitato i laboratori del Centro di Riferimento WOAH e del Centro di Riferimento Nazionale per la Leishamaniosi (C.Re.Na.L), dove hanno effettuato l’identificazione morfologica dei vettori e hanno appreso i vari tipi di trappole e il loro utilizzo.
TERZA SESSIONE – 12.06.24
Il terzo giorno è stato diviso in due parti. Nella prima parte, i partecipanti hanno svolto attività presso i laboratori del Centro di Referenza Nazionale per Anaplasma, Babesia, Rickettsia e Theileria (C.R.A.Ba.R.T.). La dott.ssa Annalisa Guercio ha presentato le attività del dipartimento e ha guidato una breve visita alla Biobanca del Mediterraneo, una struttura specializzata per la conservazione sicura di campioni biologici di origine animale, sia patogeni che non patogeni. Successivamente, la dott.ssa Valeria Blanda ha presentato le linee guida per l’identificazione morfologica delle zecche, consentendo ai partecipanti di identificare alcuni esemplari in laboratorio. La sessione mattutina si è conclusa con la presentazione da parte della dott.ssa Silvia Scibetta delle diverse attività diagnostiche per l’identificazione dei patogeni veicolati dalle zecche.
Nel pomeriggio, i partecipanti, accompagnati dal Dr. Antonino Gentile, dal Dr. Davide Pepe, dal Dr. Sergio Migliore, dal Dr. Federico Cangialosi e dallo staff dello STOR, si sono recati a Bosco Ficuzza per un’esercitazione pratica di raccolta delle zecche con le metodologie del flagging e del trascinamento.
La giornata si è conclusa con una cena sociale presso il Circolo Velico di Sferracavallo.
QUARTA SESSIONE – 13.06.24
Nella giornata conclusiva, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di discutere insieme e con i relatori sull’armonizzazione internazionale delle diagnosi di laboratorio. Sono state distribuite procedure operative standard (SOP) e documenti di riferimento, consentendo ai partecipanti di scambiare i propri protocolli e discutere le proprie esigenze. La giornata si è conclusa con i saluti del Direttore Scientifico dello STOR, Dr. Guido Ruggero Loria, e del CVO italiano, Dr. Ugo Della Marta, che hanno sottolineato l’importanza dello STOR come punto di riferimento per i Paesi REMESA, affermando che “facilita le interazioni dirette tra gli esperti della rete, promuovendo lo scambio di esperienze e di buone pratiche sui temi trattati”.
CHIUSURA UFFICIALE Questo evento è stato indubbiamente utile ai partecipanti, fornendo formazione sul monitoraggio, la prevenzione e il controllo delle malattie trasmesse da vettori (VBD). Ha facilitato lo scambio di protocolli e linee guida per la gestione di queste malattie e ha offerto una visione della realtà di altri Paesi membri di REMESA. Come tutte le attività dello STOR, questo evento mirava a creare una rete che collegasse gli scienziati di tutti i Paesi membri, migliorando la loro cooperazione e collaborazione per sviluppare linee guida comuni per prevenire e affrontare malattie importanti.